LE MACCHINE INTELLIGENTI E L'AUTONOMIA DECISIONALE
Avv. Flavia Lombardi

La moderna letteratura tecnologica si occupa di descrivere come la ricerca sulle macchine intelligenti e la robotica abbiano ottenuto dei livelli inaspettati[1].
Nei primi anni della quarta rivoluzione industriale[2], la robotica ricomprendeva tra le applicazioni maggiormente evolute quelle realizzate in settori dell'industria che hanno modificato il processo fordista di produzione, andando a sostituire gli uomini con macchine sempre più in grado di assolvere compiti e funzioni precisi, una velocità e una durata che il soggetto umano non può assicurare.
Con il passare del tempo, la robotica ha trovato impiego non soltanto in "limitati" settori industriali, bensì ha finito per coinvolgere tutti i sistemi sociali, i sistemi produttivi e le singole persone. Attualmente, le applicazioni robotiche esercitano un forte impatto sulle attività umane: ludiche, relazionali, comunicative, lavorative, riguardando le tecnologie, l'economia, l'etica, il diritto, la comunicazione.
In tal modo, cercando di risolvere "vecchie problematiche", finisce per introdurne di nuove, soprattutto per il sistema giuridico.
Orbene, emerge sempre più la necessità di specifiche norme, anche internazionali, aventi il fine di disciplinare l'economia digitale sia dal punto di vista dell'aspetto giuridico che per quello riguardante i diritti, mentre si auspica che a livello europeo si riesca a predisporre un impianto normativo in grado di garantire il rispetto dei diritti anche nel campo dell'economia digitale.
La linea di confine tra l'esistente e ciò che si sta delineando nel campo dell'intelligenza artificiale applicata alle macchine è posto dal passaggio da robot non autonomi eterodiretti a robot autonomi e intelligenti, aventi personalità.
Taluni elementi che abilitano tali nuove tecnologie portano a considerare possibili alcuni scenari di evoluzione della robotica. La nuova generazione di algoritmi neurali, l'evoluzione dell'IoT – da I – nonché la gestione di un enorme quantitativo di dati digitale mediante i big data internet of things a Intelligent of things, sono condizionati dalla produzione e gestione dell'energia necessaria per il funzionamento, mentre tutto ciò richiede una differente formazione delle generazioni, impegnando il diritto in nuove forme di tutela e di regolazione di una materia che rinviene il proprio fondamento in linguaggi e nella comunicazione, trasformandoli.
Tale prospettiva tecnologica coinvolge anche l'etica e il lavoro in generale; tuttavia, nello specifico, impegna l'etica e il lavoro dei robot, a prescindere dal fatto che siano eterodiretti o autonomi[3].
Nella Risoluzione del Parlamento europeo viene delineata l'ipotesi che i robot abbiano avviato una rivoluzione industriale dovuta all'emergenza di cause diverse, ma che determina effetti aventi una portata che al momento può solo ipotizzarsi.
Le problematiche hanno ad oggetto il tasso di occupazione con riguardo all'affermazione della robotica che produce effetti sul mercato del lavoro sull'istruzione e sulle politiche sociali a fronte di un costante invecchiamento della popolazione.
La robotica pone degli interrogativi in merito alla responsabilità giuridica delle imprese, che producono o utilizzano la tecnologia, ma anche dei lavoratori ai quali vengono richieste nuove competenze sono in grado di svolgere nuove mansioni.
A questo punto si pone l'interrogativo relativo alle ripercussioni che potrebbero aversi nel caso in cui dovesse sfuggire la capacità di verifica e di controllo dell'intelligenza artificiale rispetto a quella umana.
Al riguardo, la Risoluzione del Parlamento europeo ha cercato di fornire una risposta a tali problematiche, sebbene le dichiarazioni avanzate non abbiano fornito stabili elementi in grado di determinare un ordinamento sovranazionale rassicurante. In considerazione del fatto che gli ordinamenti europei necessitano di mantenere il controllo delle norme sulla robotica e sull'uso dell'intelligenza artificiale, anche con lo scopo di non essere costretti ad adottare norme stabilite da altri, affermare come fondamentali le Leggi di Asimov sulla robotica, ma che le stesse non possano convertirsi in codice macchina determina una certa apprensione.
A maggior ragione se si afferma che "è necessaria una serie di norme che disciplinino in particolare la responsabilità, la trasparenza e l'assunzione di responsabilità e che riflettano i valori intrinsecamente europei, universali e umanistici che caratterizzano il contributo dell'Europa alla società; che tali regole non devono influenzare il processo di ricerca, innovazione e sviluppo nel settore della robotica"[4].
Ad oggi, soltanto la Corea del Sud con l'Intelligent robots development and distribution promotion Act del 2016 ha emanato un impianto legislativo in materia, senza definire standard o principi universalmente validi. Anche per tale ragione, l'Europa ritiene di poter "svolgere un ruolo essenziale nella definizione dei principi etici fondamentali da rispettare per lo sviluppo, la programmazione e l'utilizzo di robot e dell'intelligenza artificiale e per l'inclusione di tali principi nelle normative e nei codici di condotta dell'Unione al fine di configurare la rivoluzione tecnologica in modo che essa serva l'umanità"[5].
Ed invero, secondo l'art. 17, il governo della Corea deve predisporre delle misure finalizzate ad agevolare lo sviluppo e la diffusione dei robot intelligenti al fine di migliorare le comodità nell'uso di robot intelligenti, in modo tale che le persone con svantaggi sociali – quali disabili, lavoratori a basso reddito ed anziani – possano godere di opportunità e di benefici nel libero uso di tali robot.
____________________
[1]Cfr. MAGONE A., MAZALI T., Industria 4. 0: uomini e macchine nella fabbrica digitale, Milano, 2016, p. 98.
[2]Ibidem.
[3]Cfr. SANTOSUOSSO A., BOSCARATO C., CAROLEO F., Robot e diritto: una prima ricognizione, in La Nuova Giurisprudenza Commentata, n. 8, 2012, p. 494, i quali specificano che nell'ambito degli studi di intelligenza artificiale è emersa l'esigenza di elaborare algoritmi che possano allineare le scelte dei robot ai valori condivisi dagli uomini, pur mantenendo la capacità di adattare continuamente il loro comportamento a nuove situazioni. Sotto questo aspetto, la progettazione dovrebbe contemplare un algoritmo di apprendimento che possa far distinguere alla macchina i comportamenti 'giusti' da quelli 'sbagliati'. Un siffatto modello ha una radice nel paradigma del software utilizzato come 'codice' (norma) del comportamento, secondo il quale le istruzioni che lo compongono dovrebbero conformare il comportamento (umano o delle macchine) alle norme giuridiche
[4]Cfr. EUROPEAN PARLIAMENT, Civil Law Rules on Robotics: European Parliament resolution of 16 February 2017 with recommendations to the Commission on Civil Law Rules on Robotics (2015/2103(INL)). 2017a. Available in: <https://www.europarl.europa.eu/
[5]Ibidem.