IL TEMA DELLA CITTADINANZA NEL PIU' RECENTE DIBATTITO PARLAMENTARE

01.03.2023

Dott.ssa Alice Dall'Asta

Il tema della cittadinanza ha da sempre accompagnato ogni dibattito politico, dentro e fuori le campagne elettorali.

Più in generale, ad onor del vero, è il tema dell'immigrazione, cui fa seguito quello sul concedere o meno la cittadinanza, a scaldare gli animi e i salotti politici del nostro bel Paese.

Al di là di ogni discorso demagogo che da sempre accompagna ogni notizia di un reato commesso da un immigrato (sul fronte della non concessione) o ogni notizia di vittoria sportiva (sul fronte della concessione); col presente lavoro si intende inquadrare il dibattito e imbrigliarlo nelle reti giuridiche, sì da espungere ogni commento superfluo.

Il tema in commento è rimbalzato agli onori della cronaca durante le scorse Olimpiadi di Tokyo dove l'Italia ha vinto l'oro nei 100 metri piani e nella staffetta 4x100 grazie a Marc Jacobs ed Eseosa Desalu; atleti italiani con uno o entrambi i genitori stranieri.

Sulla scia di questo risultato il PD ha riacceso il dibattito invitando il Parlamento a trovare una soluzione al problema della cittadinanza per gli italiani di seconda generazione, ossia coloro che sono nati in Italia da genitori stranieri o apolidi.

L'occasione di confronto è stata subito declinata dal centrodestra che ha ritenuto la questione non prioritaria[1].

Eppure, è oramai palese che il contesto socioeconomico dell'Italia di oggi sia lontano anni luce dal contesto di 30 anni fa e, quindi, dovrebbe essere una priorità aggiornare una legge che rischia, se non lo è già, di essere anacronistica e datata.

Soprattutto se si pensa che, ai sensi dell'art. 7.1 della Convenzione sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, "Il fanciullo è registrato immediatamente al momento della sua nascita e da allora ha diritto a un nome, ad acquisire una cittadinanza (…)".

Da qui il diritto alla registrazione e alla cittadinanza di ogni bambino e bambina, ragazzo e ragazza, che gli Stati parti sono chiamati a garantire e tutelare.

In base agli ultimi dati diffusi dal Ministero dell'Istruzione, infatti, nell'A.S. 2019/2020 su un totale di 8.484.000 alunni e alunne iscritti nelle Scuole statali italiane, oltre il 10% è costituito da alunni e alunne con cittadinanza non italiana (877 mila unità): di questi, oltre il 65,4% è nato in Italia (in Veneto questa percentuale raggiunge il 71,7%).

Basti pensare che solo negli ultimi cinque anni il numero degli studenti con cittadinanza non italiana nati in Italia è passato da oltre 478 mila a quasi 574 mila unità (+20% circa[2]).

Il dibattito non è nuovo, già nel 2004, quando la Comunità di Sant'Egidio ha iniziato a promuovere l'iniziativa "Bambini d'Italia", questa divenne proposta di legge sottoscritta da molti esponenti del centrosinistra[3].

In particolare, la Comunità di Sant'Egidio chiedeva che venisse concessa la cittadinanza italiana ai bambini nati in Italia da genitori che comunque erano residenti nel nostro Paese da molto tempo (ius temperato) o ai bambini che avessero compiuto un ciclo completo di studi (ius culturae)[4].

Successivamente, nel 2012, è stato presentato alle Camere un disegno di legge che univa una legge di iniziativa popolare e 24 disegni di legge di iniziativa parlamentare.

Il testo, approvato dalla Camera ma bloccato in Senato, prevedeva di inserire lo ius temperato o "condizionato", secondo cui sarebbe stato possibile ottenere immediatamente la cittadinanza nascendo in Italia da genitori stranieri, a patto che almeno uno dei due avesse un permesso di soggiorno permanente.

Il medesimo testo prevedeva, altresì, lo ius culturae, secondo cui sarebbe stato possibile concedere la cittadinanza a quei minori stranieri arrivati in Italia entro il dodicesimo anno di età al completamento di almeno 5 anni di scuola.

L'anno dopo, con il DL 69/2013, è stato fatto un passo in avanti per i minorenni nati in Italia prevedendo che, per ottenere la cittadinanza, non fossero imputabili allo stesso le inadempienze di genitori o della stessa Pubblica Amministrazione.

In altre parole, il minore poteva dimostrare il possesso dei requisiti necessari con ogni altra documentazione idonea ad attestare la sua presenza nel nostro territorio sin dalla nascita e l'inserimento dello stesso nel tessuto socioculturale.

Inoltre, la nuova normativa aveva decretato che gli Ufficiali di Stato civile, nei sei mesi precedenti il compimento dei diciotto anni, dovessero comunicare all'interessato che, entro il termine di un anno, poteva presentare la dichiarazione di voler acquisire la cittadinanza. In mancanza di tale comunicazione, il diritto poteva essere esercitato anche dopo lo scadere del termine di un anno.

Nel 2016, invece, veniva approvata la Legge n. 12 che, sancendo il c.d. ius soli sportivo, riconosceva ilvalore inclusivo dello sport: quest'ultima infatti ha permesso ai minorenni stranieri residenti in Italia almeno dal compimento del decimo anno di età di tesserarsi nelle società sportive appartenenti alle federazioni nazionali, alle discipline associate o agli enti di promozione sportiva, precludendone tuttavia la convocazione nelle selezioni nazionali, almeno finché non avessero raggiunto la maggiore età, avviando l'iter procedurale per ottenere la cittadinanza italiana.

Il 23 dicembre 2017, il disegno di legge testè citato fu bloccato al Senato per mancanza del numero legale necessario per procedere al voto.

In quell'occasione erano assenti tutti i Senatori del Movimento 5 stelle, della Lega e di gran parte di Forza Italia, oltre che 29 del PD.

Successivamente, nel 2019, il PD ha nuovamente invitato il Parlamento a dedicare attenzione alla discussione sullo ius soli. Matteo Salvini si era invece opposto sostenendo che la maggior parte degli italiani era contrario alla riforma delle regole attualmente in vigore.

Inoltre, anche Enrico Letta aveva riproposto il tema subito dopo essere diventato segretario del Pd, nel marzo 2021, affermando, nel suo discorso di insediamento le seguenti parole: "Io penso che sarebbe una cosa molto importante se questo tempo del governo Draghi […] fosse il periodo in cui finalmente nasce la normativa di civiltà del nostro paese sullo Ius soli, che io qui voglio rilanciare e riproporre[5]".

Contemporaneamente, un sondaggio condotto da Quorum in collaborazione con Action Aid ha dimostrato come la maggior parte degli intervistati (55,1%) fosse favorevole ad una nuova legge che faciliti la concessione della cittadinanza[6].

Tuttavia, la discussione in Parlamento procede a singhiozzo e senza fare passi in avanti degni di nota.

A marzo 2022, una nuova proposta di legge, che racchiude tutte le precedenti, approda in Parlamento, riaprendo il dibattito.

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[1] Ci si riferisce, in particolare, a Matteo Salvini che, nella puntata dell'11.08.21 di Zona Bianca su Rete 4 ha affermato che il tema della cittadinanza non è una priorità come lo sono il lavoro e la riforma delle pensioni. Il 12.08.22 Virginia Raggi, ospite a In Onda su La7 ha ribadito che la cittadinanza non è una priorità come lo è il lavoro e che, comunque, la cittadinanza va trattata a livello comunitario, come tutto ciò che riguarda accoglienza e integrazione. Nettamente contraria, invece, la posizione di Fratelli d'Italia, la cui leader Giorgia Meloni ha criticato la proposta di Letta affermando che per il suo partito «non esiste alcun margine di trattativa su questa proposta insensata e puramente ideologica, che nulla ha a che fare con i reali problemi dell'Italia e degli italiani». 

[2] Legge sulla cittadinanza, un dibattito a singhiozzo su un tema più che mai attuale, articolo del 15.10.2021 in https://gruppocrc.net/legge-sulla-cittadinanza-un-dibattito-a-singhiozzo-su-un-tema-piu-che-mai-attuale/

[3] https://www.santegidio.org/pageID/30284/langID/it/itemID/22748/I-bambini-d-Italia-si-raccontano-un-video-dei-Giovani-per-la-Pace-sullo-IusCulturae.html

[4] Si rammenta che, secondo le norme attualmente in vigore, i minorenni di origine straniera nati in Italia possono avere la cittadinanza solo se hanno avuto la residenza legale ed ininterrotta nel nostro Paese sino alla maggiore età e dichiarino, entro un anno dal compimento del diciottesimo compleanno, di voler acquistare la cittadinanza. I minorenni di origine straniera giunti in Italia successivamente alla nascita, invece, dovranno seguire la stessa procedura amministrativa prevista per gli adulti.

https://archive.santegidio.org/pageID/3/langID/it/itemID/13876/Benvenuti-a-bambine-e-bambini-d-Italia-approvata-alla-Camera-la-legge-con-nuove-condizioni-per-la-cittadinanza.html

[5] Guida al dibattito sullo ius soli: numeri, leggi, confronto internazionale, articolo 13.08.2021 https://pagellapolitica.it/articoli/guida-al-dibattito-sullo-ius-soli-numeri-leggi-confronto-internazionale

[6] La fatica del Parlamento ad approvare leggi che espandono i diritti, articolo del 24.06.2022 in https://www.openpolis.it/la-fatica-del-parlamento-ad-approvare-leggi-che-espandono-i-diritti/