GLI ORDINAMENTA MARIS: UN EXCURSUS SULLA PRIMA LEGGE DEL MARE

01.09.2023

Dott.ssa Adriana Fabrizio

Per comprendere molte delle innovazioni e delle conquiste nel mondo del diritto, è necessario avere conoscenza delle origini di certi istituti, per poter poi comprendere meglio le finalità delle leggi come oggi si conoscono.

Nel solco della tradizione giuridica italiana, e meridionale, in particolar modo, gli Ordinamenta maris – o Statuti marittimi – ricoprono sicuramente un ruolo fondamentale nel tracciare la strada verso il diritto moderno.

Gli Statuti marittimi rappresentano, infatti, il più antico codice di Leggi marittime, a metà strada tra il diritto civile e commerciale e l'odierno diritto internazionale, passando anche per il campo di un allora semisconosciuto, o comunque molto rudimentale, diritto del lavoro.

Gli Ordinamenta maris furono promulgati nella cittadina di Trani col nome per esteso di Ordinamenta et consuetudo maris. Queste leggi furono adottate per volere di tre notabili della città di Trani – Simone De Brado, Angelo De Bramo e Nicola De Ruggiero – durante il governo normanno di Pietro d'Altavilla, e per concorde opinione di importanti studiosi e giuristi, come ad esempio l'avvocato Ferdinando Lambert, la loro datazione si può far risalire all'anno 1063.

Tali leggi nascevano dall'esigenza di dotare i traffici commerciali marittimi di uno jus commune maritimum che era del tutto mancante all' epoca, ma che rappresentava un settore che stava acquisendo sempre più celermente un'importanza di non poco momento.

Il contesto storico è quello dell'età dei Comuni e della nascita e crescita delle repubbliche marinare; i traffici commerciali via mare, sempre più fiorenti, richiedevano delle garanzie giuridiche non solo tra i mercanti, se si considera la rischiosità dell'attività per l'epoca, ma anche tra gli armatori ed i lavoratori delle navi, che spesso erano degli schiavi, nonché nella tutela che i ricchi mercanti del meridione d'Italia, e di Trani in particolare, ricercavano. A differenza di altre città più grandi o di altre con porti meno sviluppati, Trani era una cittadina con un porto ben protetto e particolarmente attivo ed evoluto, fiorente negli scambi commerciali. Questa serie di ragioni spiega, dunque, la necessità di dotarsi di un codice di leggi che regolasse minuziosamente i rapporti giuridici.

Gli Statuti marittimi, inoltre, rappresentano una novità anche per la loro fonte: non nascevano, infatti, dalla volontà di un monarca o di un ristretto numero di oligarchi, bensì traevano origine dalle consuetudini fino ad allora applicate nei rapporti giudici – dallo jus commune - ma per la prima volta questo corpus di norme non scritte sarebbe stato codificato e le singole disposizioni incastonate in un ordinamento granitico ed incontrovertibile.

Gli Statuti sono formati da trentadue capitoli in lingua volgare, un'altra grande novità in un'epoca dove il latino colto rappresentava ancora la lingua madre degli scambi commerciali, ma che non costituisce un'incoerenza rispetto alle finalità della stessa legge, rivolta ad un gran numero di destinatari.

Il Contenuto degli Statuti, però, rappresenta il vero cambiamento epocale: infatti, quest'imponente codificazione innanzitutto normò i rapporti di diritto commerciale prendendo le mosse da quelle antiche consuetudini che, come si ricordava poc'anzi, furono le fondamenta del moderno diritto internazionale come pervenuto fino ai giorni nostri; inoltre, per la prima volta, una legge definiva delle regole certe sui rapporti di lavoro dei marinai. Come si diceva poco più su, infatti, i marinai erano alla stregua degli schiavi, e l'apparato normativo dell'epoca tutelava ben poco questi soggetti. Con gli Statuti marittimi, invece, i marinai venivano riconosciuti, in pieno Medio Evo, come lavoratori dipendenti. Tra i diritti riconosciuti figuravano il diritto alla malattia e all'assistenza in caso di malattia a bordo delle navi; si impose un minimo salariale; anche le figure degli scrivani e dei nocchieri trovarono cittadinanza all'interno degli Ordinamenta maris, e, come si può immaginare, furono disciplinati capillarmente anche i diritti ed i doveri dei padroni. Si diedero una definizione e dei confini al contratto di noleggio e si delinearono precisamente le norme in materia previdenziale e doganale.

A testimoniare l'incommensurabile impatto che gli Ordinamenta maris ebbero nel mondo giuridico vi sono le tavole marmoree, conservate nella città di Trani, che ancora oggi ricordano il grande sforzo fatto dai giuristi dell'epoca per mettere per iscritto un gran numero di norme, inquadrandole sistematicamente in un ordinamento del tutto nuovo: l'ordinamento del mare.