STRATEGIE EUROPEE: STRUMENTI PER UN FUTURO MIGLIORE

01.03.2021

Dott.ssa Micaela Martellotti

Nel 2018 la Commissione europea ha avanzato nuove proposte per il periodo incluso fra il 2021 e il 2027 , al fine di dare un'impronta più moderna alla politica di coesione. Il quadro indica delle priorità da soddisfare indirizzando gli investimenti in determinati settori. Gli obiettivi sono prefissati a: dotare l'Europa di una migliore rete di trasporti; spingerla per rafforzare la protezione nei riguardi dei diritti sociali ottenendo risultati positivi con adeguate forme di sostegno l'occupazione, la qualità d'istruzione, le conoscenze professionali l'inclusione sociale; ridurre il livello di inquinamento grazie agli investimenti nelle energie rinnovabili, nella lotta contro i problemi ambientali; avvicinare l'UE ai cittadini attraverso strumenti di supporto per lo sviluppo sia locale che urbano sostenibile; orientare l'Europa verso l'innovazione, la digitalizzazione, gli ausili alle imprese di differenti dimensioni. Si tratta di un novero di obiettivi per attuare dei cambiamenti flessibili, efficaci per trasferire le risorse laddove emerge l'esigenza a cura degli Stati europei interessati. Infatti, nello specifico questo quadro pluriennale è caratterizzato da una maggior elasticità attuando progetti d'investimento affinché si possano avere delle risorse immediate per far fronte ad eventuali imprevisti. Proprio per questo, è stato opportuno riesaminare i programmi comunitari previsti per il 2020 , tenendo conto di svariati fattori come necessità, risultati ed ultime raccomandazioni europee rivolte ad ogni Paese. La programmazione 2021-2027 ha previsto LIFE come unico progetto incentrato sul clima ed ambiente, finalizzato a governare i cambiamenti climatici e a educare le industrie verso l'adozione di soluzioni con il minor impatto ambientale possibile. La Commissione spinge per far risultare il finanziamento dedicato al clima una voce tra quelle già esistenti nell'attuale bilancio, al quale destinare almeno il 25% delle spese per conseguire gli obiettivi del programma in questione. Ha provveduto ad integrare le iniziative attinenti alle questioni climatiche ed ambientali poiché sta nell'interesse di tutti salvaguardare l'ambiente con le sue risorse naturali. L'UE ,ad esempio, ha disposto il divieto di usare cannucce, posate e bicchieri di plastica monouso visto che questo materiale risulta fatale per la vita degli animali, per l'ambiente marino e terrestre, per l'uomo stesso. LIFE si propone di promuovere una figura dell'UE più green ponendo una maggior attenzione alla tutela della natura e della biodiversità , per incentivare gli investimenti nelle fonti rinnovabili, per migliorare la qualità del contesto naturale in cui viviamo, per concentrare sviluppo ed attuazione di rimedi innovativi per contrastare problematiche ambientali. Principalmente il programma comunitario è finalizzato ad effettuare un passaggio verso un'economia più pulita all'insegna della salvaguardia ambientale. Da un punto vista più approfondito, esso cerca di promuovere lo sviluppo di nuovi approcci per soddisfare tali obiettivi, per migliorare le azioni governative incrementando la partecipazione della collettività, per semplificare l'accesso a tali fondi. Ciò contribuisce a rendere l'UE più ambientalista, il programma LIFE comprende anche interventi di sostegno per il caso di una delle più grandi aziende siderurgiche ovvero l'ArcelorMittal S.p.A., conosciuta meglio come Ilva . Lo stabilimento si trova all'interno di uno dei quartieri di Taranto che ha dato luogo a numerosi effetti devastanti sia sull'ambiente che sulla salute. Alcune perizie hanno sostenuto che le polveri fungono da veicoli per i gas nocivi, le cockerie che producono il benzopirene. Il suo impatto ambientale è stato ed è tutt'ora al centro di lunghi dibattiti fra istituzioni politiche, sindacati e i vertici aziendali. Per lo stabilimento siderurgico pugliese l'Italia ,concorrendo con altri Stati, punta ad ottenere una parte del c.d. Just Transition Fund si tratta di un fondo stanziato per la transizione energetica a favore di Regioni europee che dipendono da industrie inquinanti e che si trovano maggiormente in difficoltà. Questo tipo di fondo mira ad attenuare le conseguenze socio-economiche derivanti dal passaggio ad un'economia verde e per stimolare investimenti in tale prospettiva. Questi vengono illustrati nella strategia Green Deal che prevede la promozione dell'uso efficace di risorse arrivando ad un'economia più pulita, la riduzione del margine d'inquinamento, il ripristino della biodiversità. Una tabella di marcia a cui tutti gli Stati europei dovranno adeguarsi per avere nel 2050 un'Europa ad impatto climatico zero che fornirà un sostegno finanziario di miliardi di euro per il periodo 2021-2027 al fine di fornire un sostegno finanziario e dare priorità alla risoluzione di problematiche ambientali richiamando la collaborazione degli altri settori economici. Intanto, nel corso del 2020 le Regioni in crisi sono state indirizzate dall'UE per avvicinarsi all'uso di tecnologie meno inquinanti e per ridurre il consumo di combustibili fossili, grazie allo stanziamento di nuovi fondi da parte della Commissione europea. Questi prevedono circa 7,5 miliardi di euro che finanzieranno dal 2021 lo svecchiamento di poli industriali e la bonifica di siti contaminati. Infatti, sono stati avviati i progetti per la bonifica rappresentando un' occasione per l'Italia di rendere migliori le condizioni dell'ambiente e di creare posti di lavoro in nuovi cantieri. Questa situazione aggrovigliata non è più rinviabile, specialmente quando mette a rischio un bene essenziale come la salute, questo è quanto dichiarato dall'esponente del Movimento 5 stelle, Rosa D'Amato. Il Just Transition Fund è un meccanismo efficiente per realizzare finalmente la bonifica dei siti industriali inquinanti sottolineando che non esistono problematiche più importanti di altre. Questi programmi sono una chance per salvare il nostro Pianeta soggetto a repentini cambiamenti climatici, aumenti del livello d' inquinamento, ad incendi per mano dell'uomo stesso. Egli non fa altro che distruggere la sua "casa" volontariamente e non, perciò le politiche dell'UE mirano con un'attitudine ambiziosa ad innescare in ogni cittadino un maggior senso di responsabilità e per affrontare con risposte immediate gli eventi problematici che si verificano. Rinnova le priorità da soddisfare di tanto in tanto coinvolgendo i suoi Stati per promuovere una maggior collaborazione anche con partner internazionali, al fine di salvare l'ambiente da conseguenze ed effetti sempre più gravi causati dalle attività svolte dall'uomo. Senza rendersi conto l'uomo sta compromettendo le risorse della vita umana, animale e vegetale. Sta distruggendo la natura: motore essenziale per il funzionamento dell'economia umana. Questo è il momento di agire, infatti, è stato rinnovato l'invito a rispettare ancora di più l'ambiente e la sua biodiversità, in occasione della giornata mondiale dell'ambiente celebrata il 5 giugno di ogni anno. L'Agenda 2030 è stata ideata come una strategia finalizzata ad indirizzare lo sviluppo socioeconomico e sostenibile . Risulta valida , se condivisa dal maggior numero possibile di Stati europei . Nel 2015 è stato firmato da 193 Paesi che appartengono all'ONU concorde nell'attuazione di determinate azioni attinenti alla prosperità economica , dignità umane e salute ambientale . Ora rappresenta anche un modo per rilevare la forza e la collaborazione europea e che l'UE ha una pianificazione strategica delineata per i successivi dieci anni , la quale include ben 17 obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS) . L'impegno europeo è quello di porre costantemente basi solide per la crescita economica sfruttando altri settori , come ricerca scientifica tecnologica ed istruzione . Gli obiettivi prefissati contribuiscono a disegnare un iter utile a raggiungere un punto di equilibrio in tali ambiti , poiché si influenzano reciprocamente e tracciano il sentiero per conseguire risultati eccellenti con cui migliorare le condizioni di vita. Ma soprattutto per evitare che qualche Stato rimanga escluso, perciò hanno in comune gli obiettivi da realizzare, a prescindere dal loro grado di sviluppo. Essi riguardano brevemente: la lotta contro la fame e la povertà, il miglioramento delle condizioni di salute e benessere, un'istruzione di qualità ed inclusiva, le pari opportunità, la garanzia e l'accesso ai servizi idrici e alle strutture igienico-sanitarie, l'energia pulita, la piena occupazione da incentivare, la costruzione di infrastrutture e l'innovazione del settore industriale, l'eliminazione delle discriminazioni di ogni tipo, lo sviluppo di città rispettose nei confronti dell'ambiente, promuovere modalità di consumo e di produzione rispettosi verso la natura, la lotta contro i cambiamenti climatici, la salvaguardia dell'ambiente marino e terrestre, costruire società pacifiche rispettando valori come giustizia con il contributo delle istituzioni, consolidare il partenariato mondiale in materia di sviluppo sostenibile. Questi sono stati integrati nelle politiche europee dalla Commissione lasciando libertà ad ogni Stato membro di decidere come conseguirli. Altrettanto la collaborazione, ove necessaria, è utile per coordinare gli aiuti e per garantire la certezza normativa per chi vuole investire. Gli obiettivi per il prossimo decennio sono stati approvati, in base alle politiche e alle attività da svolgere in futuro e che saranno monitorati per valutare eventuali progressi. Un'altra azione-chiave è di rafforzare la collaborazione con le organizzazioni promuovendo i propri parametri socio-ambientali in sede di accordi multilaterali. Il quadro pluriennale dell'UE ha previsto azioni in materia di clima ed energia. La riduzione del 40% delle emissioni dei gas serra vincola tutti gli Stati europei per muoversi in una direzione più rispettosa verso la qualità dell'aria, della terra e dei mari. I settori del sistema di scambio di quote di emissioni dell'UE (ETS) dovranno diminuirle rispetto al 2005 e i settori non ETS dovranno ridurle del 30%. Ma considerando la sofferenza patita dall'ambiente, l'UE intende aumentare il tasso di emissioni da ridurre con le dovute responsabilità ed azioni. Per quanto riguarda il tema energia, è stato prefissato l'obiettivo di incrementare del 32% l'efficienza energetica. Ovviamente la trasparenza e la dinamicità dei poteri darà una mano a conseguirli, prevedendo pareri dell'opinione pubblica e dei partner interessati. Questo approccio darà luogo ad un sistema energetico idoneo ad assicurare fonti energetiche ad un prezzo accettabile per le categorie dei consumatori, diminuire le importazioni dell'energia, sviluppare occasioni di crescita, migliorare le condizioni ambientali. L'Italia e altri membri dell'UE dovrebbero metter in atto il contenuto dell'Agenda europea, perché nel corso degli anni è emerso un prospetto pessimo in materia di occupazione, povertà, disuguaglianze, ambiente, di condizioni di vita.