UNA DIVERSA PROSPETTIVA DEI CAMBIAMENTI CLIMATICI: L’ADATTAMENTO

01.07.2019

Adriana Fabrizio

"In alcuni casi, la crisi è stata un'opportunità mancata: avremmo potuto approfittarne per compiere investimenti che ci avrebbero aiutato a cogliere le sfide del cambiamento climatico. Se l'avessimo fatto, la crisi economica sarebbe stata meno profonda, la crescita e l'occupazione sarebbero state maggiori e saremmo usciti da questa situazione più forti e capaci di affrontare la questione del riscaldamento globale" (Joseph E. Stiglitz, La grande frattura, pag. 253)

Il cambiamento climatico se da una parte spaventa, dall'altra può diventare una grande opportunità e, forse, le parole dell'economista premio Nobel sono state prese alla lettera dal giornalista scientifico Mario Merola, che ha ideato un ambizioso progetto web dal nome evocativo: "Adaptation". 

La serie web ideata nel 2017 ha l'intento di far conoscere come ci si possa adattare al nuovo ambiente così com'è, partendo dall'assunto che il clima cambia costantemente, ma che l'uomo può selezionare i fenomeni climatici positivi e favorirli, cercando invece di contrastare quelli negativi. Adaptation mostra chiaramente come i patti e le convenzioni internazionali, per esempio l'Accordo di Parigi del 2016, o la più vecchia Convenzione per la salvaguardia della biodiversità, siglata a Nairobi nel 1992, solo per citarne alcune, non rimangano lettera morta, ma effettivamente stimolino le idee di quanti abbiano effettivamente a cuore la questione ambientale - privati cittadini ma soprattutto Governi - sebbene non si possa loro conferire un carattere vincolante, considerando la natura di soft law di questo tipo di accordi.

Come sempre, sono le Nazioni più sviluppate ad essere le pioniere dell'innovazione, essendo i Paesi in via di sviluppo ancora restii a questo tipo di cambiamenti e, forti di quel principio generale di sovranità permanente sullo sfruttamento delle risorse naturali del territorio, spesso contravvengono agli accordi presi con il resto della comunità internazionale.

Adaptation prende in esame un emblematico caso che ha come protagonista l'Olanda e gli ingegneri idraulici italiani; Luca Sittoni è uno di questi e ha lavorato al Piano Delta, per EcoShape, un consorzio pubblico-privato per lo sviluppo di strutture idrauliche innovative che lavorino in simbiosi con la Natura, secondo la filosofia del "Building with Nature" (costruire con la Natura). 

Il progetto prevede un'opera di ricostituzione della costa tramite il regolare dragaggio dei fanghi dal porto di Rotterdam per restituirli alla natura, contribuendo alla formazione di nuovi bracci fluviali, che saranno ricostruiti poi dalle correnti che sposteranno questi fanghi riversati dove non vi era più costa. Il risultato è la prevenzione delle esondazioni dei fiumi.

Vi è dietro questo progetto olandese una chiara volontà politica di mettere in atto un cambiamento di rotta, in linea del resto con la legislazione europea in merito, e con un fondamentale principio generale: il principio di precauzione, che impone che, ove vi sia la probabilità di un serio pericolo del verificarsi di un danno all'ambiente, avallato da risultati scientifici, le autorità debbano adoperarsi per evitare che si produca questo danno, tenuto conto del fatto che potrebbe produrre degli effetti negativi irreversibili. 

Questo principio, di recente formazione, costituisce il naturale sviluppo del principio di prevenzione, che imponeva un intervento delle autorità solo in caso di assoluta certezza del pericolo del verificarsi di un danno ambientale; in altre parole, il principio di precauzione va oltre, perché amplia il raggio di azione delle autorità e non coinvolge solamente queste ultime, ma anche i cittadini, attraverso delle misure proporzionate al livello di protezione da raggiungere, economiche e coerenti con il sistema di norme già esistenti, non discriminatorie nella loro applicazione ma che anzi generino integrazione, proprio perché la questione ambientale ci riguarda tutti, e soprattutto capaci di attribuire la responsabilità a coloro che inquinano, secondo un altro pilastro fondamentale della materia che è il principio del chi inquina paga, questa volta codificato nell'art. 191, par. 2 del Trattato sul funzionamento dell'Unione Europea.

In conclusione si può affermare che, al di là delle Convenzioni, il buon senso imporrebbe di guardare a questi principi come fondamento della vita dei singoli, che poi si sviluppa nella società. Il cambiamento climatico è un'opportunità da cogliere, per lo sviluppo scientifico, al livello ingegneristico - come si è potuto constatare dall'eccellente lavoro svolto in Olanda dall'italiano Luca Sittoni, ma non solo: al livello architettonico, costruendo centri abitati ecosostenibili; al livello industriale stimolando la costruzione di fabbriche ecocompatibili e la riconversione di quelle già esistenti ma che generano rifiuti pericolosi e inquinano; è un'opportunità di crescita economica in chiave di nuovi lavori e conseguentemente di nuovi posti di lavoro.

Contrastare i mutamenti climatici d'altra parte è doveroso: le malattie dovute all'inquinamento incrementano costantemente e con esse l'alto costo sociale da sostenere per coloro che dovranno affrontare delle cure e per quanti non potranno più lavorare. E' una sfida di legalità in termini di lotta alle ecomafie: investire risorse nell'adattamento al nuovo clima e nel contrasto al riscaldamento globale e all'inquinamento, a partire dalla semplice raccolta differenziata fino alle rinnovabili, per arrivare ai grandi investimenti in materia ambientale, significa sottrarre una grande fetta di profitti alla criminalità organizzata.

Adattarsi all'ambiente nuovo è sinonimo di prendersi cura di ciò che la negligenza umana - combinata ad una normale modificazione fisiologica del Pianeta, è bene sottolinearlo - ha rovinato o distrutto, e imparare a convivere con un ecosistema cambiato ma ancora vivo e ancora capace di rinascere ed adeguarsi alle sue stesse mutazioni. Il diritto interno ed internazionale possono scrivere pagine di legislazione a riguardo e formulare molti principi, ma è la cultura ambientale che nei prossimi anni giocherà un ruolo fondamentale nella salvaguardia del clima e nell'adattamento all'ambiente naturale che muta.