LA VIOLENZA DOMESTICA: UNA PIAGA INELIMINABILE?

01.07.2021

Dott.ssa Flavia Lombardi

Secondo l'ISTAT in Italia calano gli omicidi anche se, però, aumentano quelli commessi tra le mura domestiche. L'emergenza sanitaria Covid-19 ed i mesi di lockdown, poi, hanno contribuito all'aumento dei casi.

Secondo il report dell'Istat dedicato agli omicidi: nei primi 6 mesi 2020 la situazione si è ulteriormente aggravata con un numero di delitti pari al 45% del totale degli omicidi, contro il 35% dei primi sei mesi del 2019[1].

Attraverso l'evoluzione storica e culturale soprattutto è possibile rendersi conto del diverso connotato, sociale e giuridico, che la violenza domestica ha assunto nel tempo, una diversa considerazione che, ovviamente, va di pari passo con l'immagine che ha assunto la donna in particolare e la famiglia in generale.

I dati statistici odierni, infatti, potrebbero essere accostati proprio alla diversa rilevanza che la donna assume nell'attuale società moderna: il riconoscimento di un'uguaglianza fra uomo e donna e l'abbandono di una visione di controllo tipica della famiglia patriarcale hanno sicuramente reso meno accettabili le violenze e probabilmente hanno contribuito ad un aumento delle denunce.

Prima di addentrarci nella disamina dei vari profili criminologici e giuridici che riguardano il fenomeno della violenza domestica, risulta doveroso effettuare un excursus storico per meglio comprendere l'evoluzione di un fenomeno sempre più dilagante nell'intero panorama mondiale.

Ciò premesso, andando a ritroso nel tempo, si ha contezza di come in passato, senza guardare alla storia più antica, il monopolio della violenza domestica risiedesse in capo al pater familias o al marito quasi come diritto "giustamente" rivendicabile.

L'ancien regime rappresenta l'esempio di un'epoca in cui questo fenomeno non solo, nella maggior parte dei casi, rimane impunito, ma viene anche ben tollerato. Lo stupro rientrava tra i crimini contro la moralità, non di certo tra i crimini violenti, associato al ratto come furto della proprietà altrui senza alcun riconoscimento di diritti in capo alla vittima.

Nel XIX secolo si inizia ad intravedere un mutamento: si raggiunge la consapevolezza di una necessità di tutela della vittima.

Si inizia a differenziare le varie forme di violenza, ci si concentra maggiormente sulla vittima, la violenza morale assume un certo rilievo, compare la figura dello stupratore.

Arriviamo così al XX secolo dove l'aspetto più innovativo risiede nel non considerare più la "moralità" quale bene giuridico da tutelare, bensì la "libertà sessuale".

La violenza sessuale si afferma come una violenza grave e discriminante, una violenza che, non solo in passato, è violenza di genere, tanto da arrivare ai giorni nostri a parlare di femminicidio inteso come violenza contro la donna "in quanto donna".

Tuttavia, la violenza domestica non sempre lascia tratti evidenti e visibili nel corpo, sempre che si voglia prendere in considerazione la violenza come qualunque pratica non solo fisica ma anche psicologica che vada ad annientare l'identità della vittima fino alla sottomissione e, nei casi peggiori, alla morte.

Sicuramente per delle realtà come quella del nostro Paese e più in generale dei paesi civilizzati, ammettere l'esistenza di un fenomeno così brutale e barbaro non è più facile, ma prendere consapevolezza che non solo è un fenomeno reale ma che è anche un problema sociale, è decisamente il primo passo.

L'obiettivo di quanti ne parlano, infatti, non è e non deve essere solo quello di denuncia, bensì quello di rendere pubblico un problema che per troppo tempo è stato considerato privato e farne elemento di dibattito politico.

La scelta di addentrarsi in un tema abbastanza complesso, oscuro e al contempo delicato risiede proprio nella chiara ed evidente volontà di poter attenzionare un simile fenomeno che va combattuto ma ancor prima riconosciuto in tutte le forme in cui globalmente si manifesta.

Giova preliminarmente infatti, analizzare una simile realtà, è un passaggio obbligato per quantificare il dolore di molte vittime, e solo attraverso la piena presa di conoscenza della sua portata sarà possibile affrontarlo come fosse un cancro che contamina anche i tessuti sani di un organismo.

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[1] P. TEODORI, ISTAT certifica, boom di femminicidi durante il lockdown. In 61% casi per mano partner, aumentano anche quelli in famiglia, pubblicato in data 5 febbraio 2021, https://www.ansa.it/canale_lifestyle/notizie/societa_diritti/2021/02/05/istat-certifica-boom-di-femminicidi-durante-il-lockdown_a1277c25-b78c-421c-af38-a7368d8d178e.html